Le uniformi modello 1940 |
L'entrata in guerra portò al dover ripensare alle uniformi adottate fino a quel momento, per renderle più consone ad un utilizzo bellico. Nacque così la riforma 1940, che dettò la scomparsa di tutti i dettagli colorati "inutili" e pericolosi al fine del mimetismo, nonché la riduzione o soppressione di fregi o distintivi.
Più in dettaglio ecco cosa successe alle
varie uniformi:
Ufficiali e marescialli
Abolito il berretto rigido, i copricapi
restarono l'elmetto ed il berretto da campo (bustina) con il fregio ricamato in
rayon nero anziché in oro.
Per ufficiali e marescialli l'uniforme divenne quella da truppa, senza più
bavero colorato e qualsivoglia filetto o banda. Le controspalline restarono
semifisse ma prive di qualsiasi fregio, filetto o numero. Camicia e cravatta
divennero quelle della truppa. I distintivi di grado ed i nastrini delle
decorazioni furono ridotti di formato.
Uniformi nere ed estive furono abolite.
Questo è quello che recita la riforma, ma il
tutto restò praticamente solo sulla carta per difficoltà di approvvigionamento
e per l'avversità di ufficiali e marescialli che, spesso, continuavano a
portare l'uniforme per il tempo di pace. Una successiva circolare istituiva così
"l'uniforme adeguata all'uniforme di guerra", ovvero una serie di
modifiche da apportare all'uniforme ordinaria mod. 1933 per essere tollerata
(escluse le zone di operazione dove era obbligatoria l'uniforme da truppa).
In particolare dovevano essere rimossi:
- La parte colorata del colletto, da sostituire con identica parte dello
stesso panno della giubba senza nessun filetto colorato. Per identificare i vari
reparti e le armi/corpi/servizi vennero ideati dei distintivi (fiamme,
rettangoli ecc.) da portare sempre sul colletto al di sotto della stelletta;
- Il filetto ai paramani;
- Bande e pistagna ai pantaloni;
- Le spalline mobili, da sostituire con spalline semifisse dello spesso panno
della giubba, senza filetti o fregi (a parte i gradi dei marescialli);
- I bottoni, da sostituire con bottoni di frutto di color grigioverde;
- I gradi sulle maniche (per i soli ufficiali), da sostituire con i nuovi
modelli di ridotte dimensioni e da applicare non più sopra ma sul paramano;
A confronto due capitani di
artiglieria, a sinistra mod.33 ed a destra "adeguato all'uniforme
di guerra". Notare: - La parte superiore del colletto, con (a destra) la fiamma ideata per l'arma dell'artiglieria; -Le controspalline; - I bottoni (a destra sui taschini posso sembrare ancora dorati, ma è solo un' effetto di luce); - L'assenza del filetto giallo ai paramani; Sono purtroppo poco visibili i gradi di ridotte dimensioni (a destra). |
Queste modifiche vennero quasi sempre rispettate, a parte per i pantaloni che gli ufficiali portarono spesso corredati di bande e pistagna del colore caratteristico. E' tipico però rinvenire giubbe con solo qualche modifica, apportata a seconda del gusto e della volontà del portatore.
Sulla base dell' "uniforme adeguata" nacque la "Grande uniforme di guerra", ottenuta aggiungendo alla prima la sciarpa azzurra, la sciabola con pendagli e dragona di cuoio marrone e le vecchie spalline metalliche da grande uniforme, debitamente modificate per essere infilate nelle spalline della giubba ora semifisse.
Sottufficiali e truppa
Come già detto l'uniforme da truppa divenne l'uniforme per tutti, previa rimozione di bavero colorato, filetti, bande e qualsiasi elemento dalle controspalline.
I sergenti videro sparire l'uniforme in "panno per sergenti" per adottare anche loro quanto in dotazione alla truppa. Non è però raro trovare un' "adeguata all'uniforme di guerra" basata sull' uniforme in "panno per sergenti" mod. 33 come nella fotografia qui a destra.
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Fonte delle informazioni : Manuale di Regolamenti per i corsi A.U.C.,
Uniformi e distintivi dell'Esercito Italiano nella 2a G.M.
Fotografie : collezioni Karl Voltolini e Kazunori Yoshikawa.